mercoledì 23 luglio 2014

monte Khvamli tra leggenda e storia...


Tra le campagne e le colline della Georgia occidentale si erge un massiccio calcareo chiamato Khvamli. Questa imponente roccia si snoda lungo 10,5 km, formando uno spartiacque tra due valli fluviali, è  alta oltre 2000 metri ed è composta da numerose grotte e doline ( Una dolina è una conca chiusa, un bacino che si riempirebbe d'acqua originando un laghetto se le pareti ed il fondo fossero impermeabili; invece, di solito, l'acqua viene assorbita attraverso vie sotterranee).
KHVAMLI

Questo luogo  sembra dimenticato dai libri di storia, eppure sono tante le curiosità e le leggende attorno a questa roccia , nota nell'Antica Grecia come un luogo mistico dove hanno viaggiato gli argonauti ed Eracle. Sempre nella mitologia greca era il luogo dove Prometeo fu incatenato su ordine di Zeus e dove Un’aquila, mandata sempre da Zeus, gli infliggeva un atroce supplizio rodendogli il fegato. Venne menzionato per la prima volta da Esiodo nella sua Teogonia (l.340), più tardi scrittori come Apollonio di Rodi (Argonautica 2.12.61), Virgilio (Georgica 4.367) e  Socrate , lo menzionavano come parte del mondo conosciuto entro le colonne d'ErcolePlatone nel suo Fedone lo colloca come confine del mondo abitato. Si ritrova anche sui racconti di "viaggi straordinari" di Jules Verne, scrittore francese del 19° secolo, che nel suo romanzo "Karaban il testardo"  menziona "la roccia di Khvamli, affacciata su  Kutais , alla quale Prometeo era legato, e dove l'aquila si cibava con le sue interiora come punizione per aver rubato il fuoco dal cielo ". 



Una leggenda locale racconta che dentro questa montagna vi sia sdraiato un drago e che, a seconda della direzione in cui si gira, cambi la direzione del flusso dell'acqua . 
Secondo alcuni divulgatori "Khvamli" era il drago custode del vello d'oro, inoltre c'è un altro indizio collegato al vello d'oro: la grotta dentro la roccia si chiama "verdzistavi" che dal Georgiano si traduce "testa di ariete". 
I ricercatori pensano che ci siano nascoste allegorie enigmatiche in questi miti: il grande dono che Prometeo aveva fatto all'umanità era la sapienza e i greci non sarebbero venuti in Colchide veramente per rubare la pelle di un ariete ma, probabilmente, per un segreto o per una sapienza che i Colchi padroneggiavano e cioè lo sviluppo di una significativa abilità nella fusione e lavorazione dei metalli (è noto  che i Colchi possedessero il metallo che tagliava ferro).  E' da considerare  anche il fatto che all'epoca il metallo aveva più valore di quello che oggi ha il petrolio.

In "La vita di Cartalia", un importante manoscritto medievale che racconta le cronache georgiane, si legge una curiosa frase : "Quando il paese si troverà in difficoltà la montagna Khvamli lo salverà". Nell'opera illuminata del Re Vakhtang VI, che volle far redigere dal manoscritto "La vita della Georgia" e stampare i primi libri georgiani, inoltre è scritto: "Quando i georgiani furono sconfitti dall'invasione mongola nel 13° secolo, obbligati dai mongoli a pagare loro dei dazi, presero una piccola parte del tesoro dal Khvamli.” C'è anche l'elenco dei tesori che hanno diviso... A giudicare da questa citazione, dentro le cave di Khvamli erano nascosti i tesori reali Georgiani, o addirittura vi si trovava la tesoriera del regno. 
Sembra che questa montagna suscitò l'interesse anche di Stalin che, nel 1939 e dopo, nel 1945, mandò una spedizione di alpinisti per esplorare le grotte di Khvamli...ma non ci sono notizie di quello che scoprirono, i risultati della spedizione sono rimasti sotto segreto del KGB.
Negli ultimi anni tanti ricercatori hanno tentato “sconfiggere questo drago”, ovvero hanno provato a trovare l’ingresso segreto delle caverne di Khvamli ma senza alcun risultato. Dal 2007 gruppi di scienziati, archeologi e alpinisti studiano questo territorio, più scavano nei pressi della montagna e più ritrovano innumerevoli e raffinati oggetti di diversi metalli, ciò a testimonianza del fatto che i Colchi erano abili lavoratori di vari tipi di metalli.
oggetti metallici ritrovati nei dintorni di Khvamli
    Alcuni di loro sono riusciti ad entrare in una delle grotte ma non hanno potuto esplorare l’intera caverna, hanno avanzato per non più di 50 metri all’interno perché un sifone naturale ostruiva il passaggio. Solo una curiosa scritta sul muro di una caverna è stata ritrovata, un antico pittogramma raffigurante le costellazioni visibili in cielo in una data precisa: il 18.03.5604 a.C. La stranezza inquietante è che questa data coincide con la data dell’inizio del calendario sumerico e del calendario georgiano.
pittogramma di khvamli
In cima alla roccia sono stati anche ritrovati i resti di una struttura che, secondo gli archeologi, doveva essere un osservatorio astronomico,questo indicherebbe una avanzata competenza dei Colchi nello studio delle posizioni dei pianeti e delle stelle.
Tutta la regione intorno alla montagna è caratterizzata da numerosissime rovine di fortezze di epoca medievale e anche di epoche molto più antiche,ciò fa supporre che,sia i georgiani del medio evo sia (probabilmente) i Colchi, ci tenessero a vigilare su questa montagna e proteggerla.

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